Lars von Trier

Attore, Fotografia, Montaggio, Regista, Sceneggiatore

Biografia di Lars von Trier

E’ uno dei registi più discussi, controversi e provocatori della cinematografia mondiale, è un autore dal tratto visivo forte, autore del “Dogma 95”, un progetto artistico che è un vero decalogo registico che firma insieme a pochi colleghi, Lars von Trier ovvero uno dei registi più ambiziosi cui la terra di Danimarca ha dato i natali.
Camaleonte e contraddittorio come pochi, in von Trier è spesso difficile distinguere l’autore dal “personaggio”, la verità dalla menzogna, lo scherzo e dall’autentica dichiarazione di poetica.
Lars Trier (ha adottato il “von” in aggiunta al suo cognome dandogli un valore profondo, dal momento che “von” era un titolo nobiliare) nasce a Copenhagen il 30 aprile 1956. Figlio di un’impiegata del servizio civile e di un impiegato al ministero, scopre solo nel 1995 dalla madre morente che il suo vero padre è in realtà un altro uomo, un ex datore di lavoro della madre, Fritz Michael Hartman, discendente di un’antica famiglia di compositori musicali. I genitori sono convinti del diritto del bambino all’autodeterminazione e così il piccolo Lars cresce in un clima di libertà assoluta che gli crea diversi problemi. Frequenta un istituto scolastico dai metodi molto autoritari, in contrasto con l’educazione libera che ha in casa.
Abbandona la scuola a quindici anni e finisce gli studi con il metodo di insegnamento a distanza.
A soli 13 anni, grazie allo zio che lavora nel cinema come regista e sceneggiatore, ha un ruolo nella serie televisiva “Hemming Summer” (“L’estate segreta”). Nel frattempo cresce la sua passione per il cinema.
Nel 1977 gira il suo primo cortometraggio, “Il giardiniere delle orchidee” seguito nel 1979 da “Menthe – La ragazza felice” (girato in lingua francese). In seguito vince il concorso per entrare al Danish Film Institute dove realizza i film “Nocturne” (1980) e “Immagini di una liberazione” (1982).
La prima visibilità arriva nel 1984 “L’elemento del crimine” scritto con l’amico Tom Elling e Niels Vørsel. Ma il film, in patria un insuccesso, vince il premio come miglior contributo artistico al Festival di Cannes. La pellicola fa parte di un’ideale trilogia, “Europa”, il cui secondo episodio è “Epidemic” (1987) e il terzo “Europa” (1991). Tutti e tre i film sono un insuccessi in patria.
Nel frattempo nel 1988 gira per la televisione “Medea” riprendendo un lavoro incompiuto di quello che considera il suo maestro spirituale, Carl Theodor Dreyer. La fama televisiva la raggiunge nel 1994 con la serie “The Kingdom” che ha così tanto successo che nel 1997 esce “The Kingdom 2”. In entrambe le serie alla fine di ogni puntata appare von Trier in persona vestito con lo smoking appartenuto al maestro Dreyer a commentare la puntata.
Intanto, nel 1992, von Trier fonda la sua casa di produzione cinematografica chiamata “Zentropa” insieme al produttore Peter Aalbæk Jensen.
Nel 1996 von Trier firma l’opera che lo consacra, “Le onde del destino”, primo film realizzato dopo aver firmato il manifesto “Dogma 95” anche se la pellicola è un compromesso tra lo stile “Dogma” e il suo stile precedente. Il film vince il Gran Premio della Giuria a Cannes e altri importanti riconoscimenti nel mondo. La pellicola mescola tematiche complesse come fede ed erotismo, violenza e miracoli.
Da vero funambolo quale è, subito dopo von Trier compie un ardito salto nella pura provocazione con “Idioti” (1998), disturbante elogio dell’idiozia come svelamento dei sentimenti rimossi con cui inaugura la poetica del Dogma come ritorno programmatico alla originaria purezza del cinema fatta di realismo e rifiuto della tecnologia. Poetica smentita nel successivo “Dancer in the Dark” (2000), girato completamente con la tecnica digitale, opera dove il cinema torna a essere pura finzione e in cui i generi del melodramma e del musical vengono usati per provocare pura emozione.
Il successo del film permette al regista di ingaggiare la diva Nicole Kidman per il successivo “Dogville” (2003) prima opera di una nuova trilogia sugli Stati Uniti. Il secondo capitolo del progetto è “Manderlay” (2005) in cui la giovane attrice Bryce Dallas Howard prende il ruolo della Kidman. Prima di concludere la trilogia sull’America, nel 2007 von Trier firma una commedia ambientata nel mondo aziendale, “Il Grande Capo”, cui dovrebbe seguire "Washington". Ma nel 2009 il regista stupisce ancora realizzando “Antichrist”, una specie di horror gotico a tratti delirante. La protagonista Charlotte Gainsbourg vince a Cannes il premio per la migliore interpretazione femminile. Lo stesso premio viene vinto due anni dopo nel 2011 da Kirsten Dunst per il successivo film di von  Trier, “Melancholia”, vincitore di tre European Awards.
Nel maggio 2011, al Festival di Cannes, von Trier viene clamorosamente espulso in seguito ad aclune dichiarazioni in favore del nazismo e di Hitler che lasciano sconcertati giornalisti, attori e opinione pubblica. Nonostante la sua espulsione, il film “Melancholia” rimane in concorso ma la procura di Cannes lo indaga per “apologia del nazismo”. Dopo un diluvio di polemiche, von Trier chiarisce di non essere nazista o antisemita ma che si trattava di uno scherzo fatto ai giornalisti.
Nel dicembre 2013 esce a Copenhagen “Nymphomaniac”, ultima provocazione del regista interpretata da un cast stellare capitanato da Charlotte Gainsbourg. L’opera viene distribuita in due parti (volume I e II) e in due versioni (una, censurata in alcune scene, della durata complessiva di 4 ore e una della durata di 5 ore e mezza). In Italia, la versione di 4 ore divise in due volumi, “Nymphomaniac – Volume I e II” esce nel mese di aprile 2014.